Dansk Writefolio

Posts written by regulus.

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    Denk iu vicino. xD
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    Up
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    Non partecipo.

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    Grazie Jo <3
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    Waltz in D minor
    CAPITOLO 2



    Nella stessa villa avvistò tre bambini, due con i capelli rossi e uno viola. Si divertivano tutti, l'un l'altro si rincorrevano e ridevano gaiamente. Ad un certo punto uno di loro cade con il viso a terra, lasciando cadere su essa anche il suo orsacchiotto, vestito in un modo abbastanza strano con una benda davanti alla'occhio sinistro sulla quale era inciso in lacca dorata un segno, quasi uno stereotipo di un osso. Kama, soprannominata da tutto e da tutti Kimi, non si era degnata di vedere se stava bene o no: semplicemente, osservava quel bimbo dagli abiti neri simili a quello prima che singhiozzava con la faccia rivolta verso il basso, presumibilmente sporca di humus o di sangue. Ma appena egli alzò il capo, Kimi non vide nulla del genere, semmai delle lacrime che rigavano il suo visino pallido e inumidivano gli zigomi scuri coperti da solide occhiaie.
    « Sigh » sentì a malapena.
    Gli altri due bambini si accorsero che il più piccolo, presumibilmente, era a terra a piangere. Essi si avvicinarono a lui chinandosi.
    « Kanato... Non piangere! »gli diceva uno con un'espressione preoccupata.
    « Su, dai, non è successo nulla, alzati... » lo consolò l'altro, carezzando i suoi capelli violacei e porgendogli una mano, per aiutarlo a stare in piedi.
    Kimi rimaneva lì a guardare la scena, con le labbra rilassate leggermente aperte. Respirava normalmente e si sentivano i suoi espiri scanditi.
    Uno dei due bambini dai capelli rossi alzò il capo e guardò Kimi tutti'altro che incuriosito. Il tono sembrava alquanto irritato, certamente non paragonabile a quel ragazzetto presuntuoso.
    « Ehi, tu! Che guardi? Ti sembra qualcosa che attiri tanta attenzione? »
    « Sì » rispose con altrettanta furia la piccola dai capelli lunghi castani « Non dovrei preoccuparmi per un estraneo che si è fatto male? Cadere è umano » concluse facendo dietrofront, inconsapevole delle parole che aveva pronunciato prima facessero imbestialire lo stesso di prima che si avventò su di lei.
    « LUI NON È UN UMANO! CAPISCI?! »
    « Che int- » riuscì a pronunciare la bambina dalle lunghe code, prima di essere interrotta dalla signora con cui prima stava parlando.
    « Ayato. » disse con tono furibondo « Dovresti essere dentro a studiare. Sai perfettamente che se riesci a superare gli stupidi figli di Beatrix diventerai il Re dei Vampiri. E tu devi fare di tutto perchè se non ci riesci non sei mio figlio »
    "Non é figlio di sua madre..." disse a sè stessa nella mente ripensando alle frasi di Madonna Camilla, sua madre.
    « Madre, io sono stufo di studiare, non ce la faccio più a stare con quegli occhi sui libri! Se la vedano Shuu e Reiji a diventare capifamiglia, io non voglio averne a che fare! » risponde il ragazzo, di nome Ayato.
    Appena Kimi sentì pronunciare il nome del suo amico rabbrividì, senza motivo.
    « Fila, al lago! » ordinò quella strana donna dai capelli viola, afferrandolo per un polso e trascinandolo via.
    Gli altri due bambini stavano a guardare con un'espressione perplessa sul volto. Uno di loro sospirò.
    « Ed ecco come Cordelia arriva all'apice della rabbia... Povero Ayato »
    La bambina decise di allontanarsi il più possibile da lì, ma non perchè aveva paura, bensì perchè non voleva mettersi in situazioni imbarazzanti come quella. Decise allora di perlustrare l'area intorno alla torre che stava su un lato della grande Mansione. Per arrivarci si doveva attraversare un grande ponte contornato di rose bianche rampicanti. Erano molto curate e la loro purezza si scorgeva dal bianco limpido dei loro petali, sparsi qua e là anche per il ponte.
    In cima alla torre c'era una finestrella sbarrata, come quelle presenti nelle prigioni. Una scia lucente bianca si poteva scorgere da sotto. Si mosse e Kimi fece un balzo indietro: era una bella donna, giovane, con dei grandi occhi scarlatti.
    La osservò con sguardo caritatevole e poi si incamminò verso l'interno.
    Ecco che una voce la fa impaurire, anche se era proveniente da un ragazzo della sua stessa età.
    « Che cosa stavi facendo? » chiese.
    « Oh. Nulla. Stavo semplicemente osservando questa torre »
    Era un bambino di nove anni dai capelli albini e gli occhi simili a quelli della donna, ma più allungati e grandi.
    Kimi si accorse che in quelle iridi c'era tristezza e rancore, lo sentiva anche a distanza di un miglio.
    « ... É tua madre? » chiese spontaneamente.
    Egli non rispose ma sospirò.
    « Preferisco non parlare di questo argomento. »
    Dopo una brevissima conversazione Kimi ritorna da Madonna Camilla e tornano a casa, nel loro villaggio.

    Il flashback si è dissolto nella mente di Kama, che ancora guardava all'orizzonte verso quelle case bruciate e abbandonate.
    Si affrettò a scendere una scalinata in pietra e proseguire per una lunga strada lastricata di mattoni grigi, dove in genere il mercato prende vita ogni martedì già dal mattino presto. I mercanti che anni prima andavano a vendere nel suo villaggio si erano tutti spostati nella periferia di Edo e l'allegria non era stata certamente abbandonata.
    Alcuni anziani, venditori di nespole fuori stagione, videro passare la ragazza, abbastanza famosa essendo figlia dell'unica nobildonna presente nella cittadina campagnola, e se ne meravigliarono.
    « Signorina Reo? Cosa ci fa la mattina presto con tutte quelle borse sulle spalle? Ha intenzione di dimagrire? Ma lei è tanto magra, non dovrebbe preoccuparsi di questo! »
    « No, ho i fianchi troppo larghi. Sono antiestetici » mentì « Starò via tutto il giorno. Comincio da adesso a fare allenamento »
    La sua gonna lunga nascondeva quei tacchi alti che si ritrovava.
    « Oh, allora eccole delle belle albicocche! Su, non faccia complimenti! » affermò la signora che le porse un'enorme cassa di legno piena di quei frutti arancioni. Kama aveva un'espressione perplessa mista all'imbarazzo e balbettando disse:
    « N-no, non ce n'è il bisogno, e poi non saprei come pagargliele! »
    « Ma non si deve turbare per il pagamento, è tutto gratis! »
    Kama non poteva dire di no a quella signora tanto buona con la sua famiglia. Prese con sè la cassa e camminando lungo il viale si accorse di quanto era pesante.
    "C'è mancato poco che mi scoprissero... Che invenzione geniale..." pensò divertita.
    Chiuse gli occhi, respirando l'aria fresca dell'alba che stava per tramutarsi in mattinata e il canto degli uccelli, con la collaborazione del profumo dell'erba nuova e della frutta, creava un'atmosfera da paradiso terrestre. Inspirò profondamente quell'ossigeno puro ed espirando sbadiglió lievemente, perlustrando la via, via via più ripida e scura, che portava al suo vecchio villaggio incendiato ormai da tempo.
    Una fitta boscaglia sulla sua sinistra e un ponticello in mattoni del color terracotta erano l'entrata a quel luogo ricoperto di pece e cenere.
    Le case che prima accoglievano una marea di famiglie erano state tutte rase al suolo, e tra di esse anche la sua. Kama sporgeva lo sguardo anche oltre la punta del suo naso, alla ricerca della sua vecchia abitazione. Non era difficile riconoscere quella montagna di mattoni in parte bianchi in parte senza colore, raggruppati in modo molto disordinato sul vasto giardino della tenuta in cui prima viveva la madre, Lady o Madonna Camilla d'Inghilterra, una delle donne più potenti dell'intero paese. Lì aveva vissuto le giornate più belle della sua vita e quelle più brutte, come il giorno dell'incendio. Gli anni passavano molto lentamente, un giorno durava un mese per lei. Da quel giorno ha perso letteralmente la cognizione del tempo, tanto da non sapere nemmeno la data.
    Si alza allora il vento, che fa volteggiare in aria i capelli lunghi di Kama e il suo abito lungo un po'impedito dalle borse che si portava dietro.
    Morse il labbro inferiore, vedendo le macerie della sua casa, in parte ancora in piedi. Decise di dare un'occhiata all'interno dell'edificio che era rimasto intero: non era cambiato nulla dall'ultima volta, tranne il colore della tappezzeria e dei mobili di legno. Niente era più in ordine, tutto era ormai cenere.
    Quello fu il giorno in cui perse tutto quello che aveva più caro al mondo: Edgar.
    Shuu era scappato via, per fortuna, però i due si persero di vista giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Abbassò il capo e una lacrima bagnò una lente dei suoi occhiali, che decise di togliere per via della vista sfocata che essi le procuravano. Le scale erano parzialmente distrutte ma alcuni piani erano raggiungibili. La sua stanza, la più vicina al piano terra, era l'ultima destinazione, difatti decise di passarci dopo. La seguente aveva la porta a terra, piena di schegge e tarli. Un varco grande come una galleria si era formato al suo posto, che conduceva alla grandissima sala della musica, dove prendeva lezioni di pianoforte con un insegnante privato. E anche dove il suo cugino inglese le insegnava a suonare la cornamusa.
    I suoi passi rimbombavano da una parete all'altra e sembravano quasi spettrali: il pianoforte a coda al centro della stanza era stato ridotto in brandelli, i suoi tasti erano scomposti, chi sporgeva, chi era tagliato dalla cenere nera, pece sparsa come polvere vulcanica su un balconcino malandato. La descrizione corrispondeva appunto al balcone distrutto della sala, la quale porta aveva i vetri consumati e rotti. Era una scena orribile: metà stanza era nera, scura come il buio più pesto delle notti burrascose in pieno oceano, come se fosse stata risucchiata in un universo alterato. Spalancò le palpebre e indietreggiò, tornando sui suoi passi. Il corridoio era lungo ma gran parte era caduto giù, rendendo irraggiungibili i tre piani seguenti. Altre due stanze però erano visitabili. La sala da pranzo era enorme ma tutta bruciata, simile alla sala della musica ma in condizioni peggiori. Era impressionante, fin troppo per Kama. L'altra stanza, la camera da letto degli ospiti, era divisa a metà, perchè la parte sinistra era caduta giù. Kama riuscì a scorgere i titoli dei pochi libri rimasti quasi del tutto intatti al fuoco, e li prese. Uno di essi era un diario, di cui non ne aveva mai sentito parlare nè in famiglia nè dalle serve che prima lavoravano nella grande tenuta di una delle nobildonne più potenti anche dell'Inghilterra.
    Era un diario certamente non presente nelle librerie dei sotterranei della casa nuova in cui ella viveva ormai da otto anni. Tutti quei libri erano stati conservati nelle cantine della tenuta e portati in salvo dai servi rimasti vivi. Quasi tutti erano fuggiti via, per scampare alle fiamme, che sua madre odiava con tutta sè stessa.
    Decise di tenerlo con sè per esaminarlo con calma durante il viaggio.
    Proprio mentre usciva dalla camera degli ospiti un rumore sordo colpì l'attenzione della sedicenne, che si indispettì.
    "Che ci sia qualcuno...?" pensò, assottigliando lo sguardo verso la sua vecchia stanza. Con passo felpato si avvicina e prese una piccola rincorsa col braccio e sfondò la porta di color avorio, ancora intera.
    Guardò al suo interno ogni minimo angolo: non c'era nessuno nè qualcosa che impediva la visuale dell'intera camera, piena di polvere e di cenere, come tutte le altre. La finestra non aveva serrande nè tende, non più.
    "L'avrò immaginato." concluse.
    Uscì dalle "rovine", e cominciò ad esplorare in giro: tutto nero, anche l'erba non si era rigenerata. Kama aveva intenzione di scoprire chi era l'artefice di tutto quel dipinto sadico e malvagio.
    Aveva smesso di singhiozzare ma dovette ritornare a piangere alla vista di un albero caduto con tanti pezzi di legno sulla terra umida. Della stoffa bruciata e dell'argento accanto ad uno dei tanti pezzi di vetro consumato ed eroso. Una foto intatta: c'erano lei, Shuu ed Edgar.
    Si buttò a terra, abbandonando tutte le borse che si portava dietro, con le ginocchia appoggiate in avanti. Un pianto disperato era il suo: le memorie si sovrapponevano alla realtà, il passato prendeva il sopravvento sul presente.
    « Shuu... Edgar... Dove siete...? »
    Aveva il forte impulso di gridare, al Giappone, al mondo intero quel forte legame che li teneva ancora uniti nonostante loro siano morti.
    « Tornate da me... »
    In quell'istante, qualcuno interruppe il pianto con la sua voce, una voce maschile, molto fredda e severa.
    « Mm... Pensavo che nessuno vivesse più in questo obbrobrio... » affermò « ... Non sono morti tutti, quindi... »
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    Sakamaki Reiji: studio del carattere tramite le relazioni.
    { fonte : narihira }


    Primo disclaimer: il retroscena e lo sviluppo di Reiji non giustificano le sue azioni dannose e/o abusive, ma spiegano solamente il suo modo di essere. Ovviamente, questo "saggio" non serve a giustificare Reiji (nota di Dansk: infatti Reiji è ingiustifiabile e nonostante il mio senso di giustizia nei suoi confronti, è impossibile trovare scuse per motivare le sue azioni), piuttosto per dare alla luce delle qualità ignorate e vederlo in un'altra prospettiva.

    Secondo disclaimer: prendete la mia analisi e le mie opinioni con le pinze, come una recensione, o qualcosa di simile. Sarebbe meglio giocare all'otome di Diabolik Lovers per ricavare le vostre opinioni (note di Dansk: già fatto, don't worry, la penso proprio come te.), queste sono solo mie. Inoltre, ho curato io tutte le screencaps con Photoshop; il gioco non è disponibile in inglese(note di Dansk: ma nemmeno in italiano lol). Io uso le immagini dai Prequel e dai Sequel del manga perché sono adattamenti delle scene del gioco, quindi ritengo che siano canon. In molti casi, il manga è molto più facile da leggere rispetto a una fila di screencaps, quindi... I prequel e sequel Shu e Reiji sono stati tradotti (in inglese) da Maria e Mitsu, rispettivamente.

    Questo "saggio" comprende alcune parti diverse e sconnesse, quindi probabilmente la lettura non sarà così scorrevole come quella del "saggio" di Ayato. Ho molto più terreno da coprire questa volta, quindi basta supportarmi1. Se avete bisogno di una visione rapida delle route di Reiji, il mio buon amico Ili ha riassunto ogni scena nel suo percorso di gioco, così come ha tradotto sia il suo CD originale che il suo Versus CD con Kanato.

    Quello che state per leggere è formato da ~ 5.500 parole di lunghezza. Buona lettura!(note di Dansk: nella versione italiana saranno di più)

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    Introduzione
    Credo che il problema principale delle persone con Reiji è che le sue azioni sembrano incomprensibili e irrazionali se non sei mai stato in una situazione simile. Non è eroico, né un angelo incompreso, è una persona avara che vive per il dovere e la perfezione. Ha fatto degli errori che sono impossibili da espiare. Eppure ci sono contraddizioni, qui. Se Reiji non si preoccupa per gli altri, perché si prende tanta cura dei suoi fratelli? Se egli detesta Shu così tanto, perché Shu è ancora vivo? Mi sembra che Reiji lavora più duramente per la gente che odia di più.


    Per quanto riguarda la sua gelosia, la personalità è principalmente fondata sul rancore e sul possesso... Può essere difficile capire se non hai fratelli o non hai mai avuto dei genitori che si confrontano arduamente con qualcuno. Come qualcuno che ignora in ogni modo il suo fratello minore e deve subire la solitudine quotidianamente, lontani psicologicamente e anche fisicamente dalla famiglia2. Posso capire i sentimenti di Reiji verso Shu fin troppo bene.

    Immagina che per tutta la vita sei stato povero. Sei nato in una famiglia povera e nonostante lavori duramente ogni giorno, non sei mai stato in grado di mangiare correttamente. Il cibo è troppo costoso, in modo tale che tutti nella tua famiglia mangiano pane raffermo e formaggio.

    Un giorno, ottieni un lavoro come valletto in una ricca famiglia. Lì, diventi il guardiano del loro primogenito, al quale è sempre stato servito tutto su un piatto d'argento dalla nascita. Giorno dopo giorno, devi guardare il cibo rifiutato, sprecato. Non si preoccupa di fare il bene o di aiutare chiunque, solo di divertirsi a spese degli altri. Prende un boccone di carne che non hai mai assaggiato in tutta la tua vita e lo sputa fuori, ordinando di gettare il resto ai cani. Non gli piace, dicono. Neppure i cani mangiano quella carne. Eppure, per quanto desideri smettere di lavorare per lui, vai avanti. La tua famiglia ha bisogno di troppi soldi. Devi essere testimone di questo comportamento frustrante per quasi 24 ore al giorno e ottieni pochi centesimi per i tuoi problemi finanziari e familiari.

    Ora, immagina che qualcuno prenda tutte le cose che hai sempre voluto e le butti fuori dalla finestra proprio di fronte a te, giorno dopo giorno, per circa un decennio. 3652 giorni. 87648 ore. Questa è l'aritmetica della sofferenza e amarezza.

    Se riesci a immaginare tutto questo, congratulazioni. Hai appena intravisto un po' della vita di Reiji. Tuttavia, la sua vita era anche peggio di così. Nel nostro scenario d'esempio, almeno la persona veniva pagata. Aveva il "lusso" di essere in grado di sorridere e sopportare, sapendo che il suo stipendio avrebbe aiutato la famiglia. Per sua sfortuna, Reiji ha ottenuto il privilegio di essere ignorato dalla madre, che lui adorava, e di dover far fronte in qualche modo - con consapevolezza - ad una vita dove niente di ciò che faceva non importava a nessuno, semplicemente perché Shu è nato prima.


    Reiji, Shu e Beatrix
    E' impossibile parlare di Reiji senza parlare di Shu. Penso che un sacco di persone hanno l'idea sbagliata sulla loro relazione, fondata semplicemente sulle frasi "Reiji odia Shu" e/o "Reiji è solo geloso di Shu". Reiji e Shu sono fratelli di sangue, che hanno una differenza di età scarsa, quindi sono stati insieme per tutta la loro vita. Quando conosci qualcuno così bene, non è così semplice amarlo o odiarlo solamente.

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    Per diventare il capofamiglia Sakamaki, uno dei fratelli deve ottenere Yui (la sposa sacrificale) e uccidere il padre, che è l'attuale capo. Tuttavia, Reiji dice esplicitamente nella route Ecstasy 07 che in realtà non vuole diventare il capofamiglia. E' solo che la possibilità di uccidere suo padre lo eccita. Sempre nella route, Reiji non mostra molto interesse per qualcosa di diverso dall'obiettivo di resuscitare la madre e diventare perfetto. Se avesse voluto diventare capofamiglia, avrebbe fatto molti sforzi.

    Per natura, Reiji ha una personalità seria. Una descrizione ufficiale afferma che "definisce sia le leggi della famiglia Sakamaki che le proprie norme come importanti e costringe quelli intorno a lui a seguirle". A differenza degli altri fratelli, Reiji pensa che loro siano la sua famiglia e come tale, vorrebbe che tutti loro di agissero in nome di essa. Ma qual è stata l'unica volta in cui Reiji ha violato questa "norma"?

    Nel Terzo Finale di Shu, in un modo o nell'altro trova il vecchio diario di Reiji in cui egli dichiara di voler incendiare il villaggio di Edgar. Non è esattamente chiaro ciò che aveva letto sul diario o quale fosse il tono con cui Reiji aveva scritto quelle frasi indefinite, ma lì ammette di aver causato la morte (involontaria o no) di Edgar con il fuoco dell'incendio.

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    Quando - nell'otome - gli chiedi se tutto questo è vero, la risposta di Reiji è che era qualcosa aveva fatto da bambino. Per me, sembra una risposta piuttosto strana. Voglio dire, il suo odio per Shu non è esattamente un segreto. Ed essendo vampiri, uccidere non sembra essere un grande cosa3, come affermava Cordelia.
    Nel proprio percorso, Reiji rivela molto presto a Yui che ha ucciso Beatrix (note di Dansk: indirettamente, e lo dice nella frase che segue) e che ha anche ingaggiato il padre di Yui per farlo. Quindi, se Reiji avesse avuto intenzione di uccidere Edgar tanti anni fa, l'avrebbe ammesso subito senza farsi tanti problemi. Il fatto è che si vergogna di aver dato fuoco a quel villaggio: allora, era preso dall'istinto, pensava di aver fatto la cosa giusta. Essendo giovane, era più emotivo, più stupido. Anche nel presente, quando parla di quel giorno, egli si riferisce alla sua azione come "incendiare il villaggio", non come "uccidere Edgar". Mentre le sue azioni hanno comportato la morte di Edgar, sembra improbabile che in realtà voleva uccidere l'amico di Shu.

    Reiji ha sempre avuto il pensiero di valere molto meno del fratello maggiore, visto che la madre dava (a quanto pare) più attenzioni a Shu piuttosto che a lui. Ma più di questo, era il fatto di aver lavorato duramente per farsi notare da lei, mentre lui non aveva fatto un bel niente. Peggio ancora, Shu è scappato spesso e ha cercato di sfuggire alla pressione della vita. Per Shu, l'attenzione rigorosa che Beatrix gli dava era soffocante. Reiji invidiava quell'attenzione. Reiji ha una personalità che tende a conservare rancori per moltissimo tempo. Impersonandolo, possiamo affermare che prende a male il fatto di non ottenere, anche lavorando sodo, tutte le cose del fratello maggiore che desidera. Onestamente non ho alcun dubbio che se Shu avesse preso più seriamente il ruolo di erede, Reiji non lo avrebbe odiato affatto.

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    Il senso che da Reiji dal percorso di gioco di Shu è, invece, di rimodellare Shu eliminando quello attuale (note di Dansk: il pigrone nullafacente, in pratica). (le screencaps qui sopra sono del Dark 04 di Shu) Se avesse voluto davvero uccidere Shu, avrebbe potuto farlo in praticamente qualsiasi momento nel corso della loro vita finora.

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    Nel Dark 05 di Shu, i fratelli si sfidano in un torneo di freccette, e il premio in palio è Yui. Shu, ovviamente, preferisce schiacciare un pisolino piuttosto che partecipare. Reiji lo chiama (note di Dansk: come sempre dopotutto) "good-for-nothing" più volte e la raffica di insulti infastidisce Shu così tanto che decide di partecipare. Anzichè reagire con rabbia, Reiji sembra in realtà un po' impressionato, ammettendo di ritrattare le sue parole in futuro. Nell'Ecstasy 08 di Reiji, quando Cordelia prende il corpo di Yui, lei lo ricatta di sedurre Shu, ma Reiji si inginocchia, sottomesso. Nella sua mente, pensava che anche un barbone inutile come il suo fratello maggiore avesse degli standard.

    Mentre non è chiaro se Shu perdonerà mai Reiji per le cose che ha fatto, dalla parte di Reiji, almeno, sembra che ci sia un po' di speranza nel perdono. Non odia così tanto Shu fino al punto di vederlo morto. Tuttavia, ha un complesso di inferiorità e ha una profonda gelosia nei suoi confronti. Quindi, se non è geloso di Shu per il ruolo di capofamiglia, per quale motivo è geloso?

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    Quando Reiji parla con Yui su come e perché ha ucciso sua madre Beatrix nel Dark 08, Yui - subito dopo - chiede a Reiji quello che è realmente successo tra lui e Shu. Si può vedere, allora, un flashback in cui la madre dei due fratelli è impegnata a seguire Shu. Le implicazioni sono abbastanza chiare: l'unica ragione che rendeva Reiji così invidioso di Shu era data dalla differenza nel loro rapporto con la madre. Più precisamente, Reiji è geloso di Shu perchè aveva tutta l'attenzione della mamma. Beatrix, la seconda moglie, aveva dato alla luce un figlio prima di Cordelia, la prima moglie. Ciò ha provocato il suo essere soggetto all'ira di Cordelia e anche se nel gioco è un po' difficile da capire, è fortemente implicito che Cordelia molestava Beatrix senza pietà per questa leggerezza. Di fronte alle molestie e all'indifferenza del marito, Beatrix si è concentrata sul primogenito, cercando di rendere Shu un apparente erede saggio e forte che avrebbe sicuramente presi il posto di suo padre.

    In corso...



    Edited by ´Dansk - 6/10/2014, 22:24
  13. .
    Grazie, hai fatto benissimo. (:
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    Visto lol

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    @feds`, aggiungo i due numeri affiliato nello stesso gruppo. (:

291 replies since 22/3/2013
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